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[video] Moscato di Novoli, De Luca: “E’ un’eccellenza da riscoprire”. Guerrieri “Rilanciare questo vitigno significa farne apprezzare le qualità”

Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale di Novoli rappresentata dal sindaco Marco De Luca e dal consigliere delegato all’agricoltura Sandro Ruggio, hanno visitato il vigneto di uva “Moscateddra” della famiglia Guerrieri di Novoli per assistere alla vendemmia.

“Sono stato felice per aver ricevuto l’invito della famiglia Guerrieri e assistere da vicino alla vendemmia di un vitigno molto particolare, quello che porterà sulle nostre tavole il tradizionale Moscato”. Ha dichiarato Marco De Luca.

“Il Moscato di Novoli è un’eccellenza da riscoprire, tutelare e promuovere a tutti i livelli. – ha sottolineato il primo cittadino – È una sfida che dobbiamo sentire nostra, una sfida che chiama all’appello tutta la comunità novolese”.

“ln qualità di tecnico agronomo, viticoltore e trasformatore dedito a garantire una continuità al nostro Antico e ben noto passato enologico; – ha dichiarato Arrigo Guerrieri – mi pongo l’obiettivo di promuovere, valorizzare e salvaguardare il tipico Moscato di Novoli, in loco meglio conosciuto come Moscateddra, varietà ottenuta dalla vinificazione di uve appassite sui graticci e legata alla tradizione di Sant’Antonio e della Focara”.

“Rilanciare questo vitigno – ha sottolineato – significa farne apprezzare le qualità, in buona parte derivanti dal clima adatto e dalla favorevole natura dei terreni calcareo-tufacei di questa zona (Terroir). Tenendo conto che negli ultimi decenni il progresso economico e sociale rischia di mettere da parte le antiche tradizioni legate ad un territorio e che ad oggi corrispondono ad un numero esiguo le vigne di moscato superstiti; ed invogliato dalla passione verso la nostra tradizione enologica e dalle competenze sia tecniche acquisite con gli studi, che pratiche sviluppate in campo; ho deciso di aumentare le superfici vitate di questo antico vitigno con dei materiali di propagazione “Marze” che si tramandano da più di 5 generazioni”.

“Mi pongo come fine ultimo – ha concluso il Guerrieri – quello di chiudere la filiera, valorizzando al meglio questo caratteristico vitigno, ed identificarlo con un marchio”.