Una squadra di 100 donne per vincere la partita della prevenzione
Torna Sorrisi in Rosa, il festival di Humanitas dedicato alla prevenzione senologica con iniziative da Nord a Sud Italia. Il calcio di inizio all’ospedale di Catania con Diletta Leotta e le ex pazienti della Breast Unit per lanciare un messaggio: la prevenzione salva la vita! Inoltre, più di 300 consulti gratuiti ed eventi in tutta Italia per supportare le attività di Fondazione Humanitas per la Ricerca.
Come ogni ottobre gli ospedali Humanitas e i centri Humanitas Medical Care di Rozzano, Milano, Torino, Bergamo, Varese e Catania sono pronti a scendere in campo con la maglia rosa, anzi la sciarpa rosa, per vincere la partita della prevenzione senologica.
Nella squadra, le oltre 100 donne che hanno affrontato il percorso oncologico e fanno parte di Sorrisi in Rosa, il progetto di prevenzione senologica nato sei anni fa da un’idea dei senologi di Humanitas in collaborazione con la fotografa Luisa Morniroli e la scrittrice Cristina Barberis Negra. Obiettivo: sensibilizzare sul tema della prevenzione, a partire dall’esperienza di donne protagoniste di storie di malattia, coraggio e rinascita.
Anima centrale del progetto è da sempre la mostra fotografica, composta da ritratti e racconti, che ogni anno veste gli ospedali e i centri medici in tutta Italia portando il sorriso e la forza delle donne lì dove un messaggio di speranza può fare la differenza.
Il “calcio di inizio” di Sorrisi in Rosa lo ha dato Diletta Leotta, ospite di Humanitas Istituto Clinico Catanese dove, insieme alle ex pazienti dell’Associazione locale Il Filo della Vita, ha ricordato alle conterranee l’importanza di aderire agli screening senologici.
“I dati* mostrano che in Italia il 70% delle donne fra i 50 e i 69 anni si è sottoposto allo screening mammografico a scopo preventivo, all’interno di programmi organizzati o per iniziativa personale, come raccomandato dalle linee guida nazionali e internazionali – spiega il dott. Corrado Tinterri, direttore Breast Unit Irccs Istituto Clinico Humanitas e Humanitas San Pio X -. C’è però uno squilibrio tra Nord (80%) e Sud (60%) che deve essere risolto perché ormai è risaputo che la diagnosi precoce aumenta le possibilità di sopravvivenza del 20% e consente trattamenti meno invasivi”.
Con oltre 60mila nuove diagnosi ogni anno, il tumore della mammella si conferma la neoplasia più frequente a tutte le età.
“Per questa malattia serve un approccio multidisciplinare e personalizzato, in cui chirurghi, oncologi, radiologi, radioterapisti, case manager, infermieri e psicologi collaborano per seguire ogni donna a 360° – continua il dott. Alberto Testori, direttore associato Breast Unit Irccs Istituto Clinico Humanitas e Humanitas San Pio X –. È questo il senso delle Breast Unit, centri costruiti attorno alle esigenze delle pazienti e che consentono di attivare percorsi capaci di ridurre la mortalità per tumore al seno del 18%”.
“Gli infermieri sono parte fondamentale delle Breast Unit – racconta Margarita Gjeloshi, Breast care nurse Irccs Istituto Clinico Humanitas -. Affianchiamo ogni paziente nel suo percorso di guarigione e recupero di qualità della vita collaborando con il team multidisciplinare per salvaguardare l’unicità di ogni donna. Essere infermiere, per etimologia, significa esserci, senza giudizi e pregiudizi. Questo favorisce un canale di comunicazione che fa aprire il guscio dell’anima”.
Negli ultimi anni, le terapie hanno fatto grandi passi avanti.
“Oggi siamo capaci di riconoscere meglio il rischio individuale di ogni paziente e quindi di personalizzare il trattamento in una logica di medicina di precisione e di terapia individuale – spiega il prof. Alberto Zambelli, responsabile Oncologia Senologica Irccs Istituto Clinico Humanitas –. Con le profilazioni genomiche del tumore, in particolare, siamo in grado di riconoscere chi davvero necessita di chemioterapia e chi invece può evitarla a favore di un trattamento precauzionale meno aggressivo. Diversamente, con i test genetici siamo in grado di riconoscere mutazioni specifiche in alcuni geni critici per l’insorgenza e la crescita del tumore e offrire alla paziente trattamenti mirati con i nuovi farmaci biologici a bersaglio molecolare mentre nel contempo possiamo depistare il rischio oncologico ereditario nei familiari sani”.
“Negli ultimi anni anche la radioterapia al seno ha subito un’importante evoluzione in termini di personalizzazione dei trattamenti – aggiunge la prof.ssa Marta Scorsetti, responsabile Radioterapia e radiochirurgia Irccs Istituto Clinico Humanitas -, che si adattano sempre meglio alle esigenze cliniche delle singole pazienti, con conseguente miglioramenti non solo in termini di risultati, ma anche di riduzione degli effetti collaterali. Per questo motivo sono stati sviluppati schemi di trattamento sempre più rapidi, con un minor numero di sedute e con aree di trattamento sempre più localizzate. Tutto questo è possibile solo grazie alla continua ricerca e all’evoluzione tecnologica”.
Senza dimenticare i percorsi post-operatori:
“La ricostruzione mammaria è un atto importante per la qualità della vita della donna operata in seguito a tumore al seno – afferma il prof. Marco Klinger, responsabile della Chirurgia Plastica dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas -, perché permette di recuperare l’integrità fisica e quindi, in molti casi, una maggiore serenità e sicurezza”.
Il vero goal, come ricorda Sorrisi in Rosa, resta la prevenzione:
“L’autopalpazione del seno è importante – conclude la dott.ssa Daniela Bernardi, Responsabile della Radiologia Senologica e Screening di Humanitas -, ma non è sufficiente. Per identificare tumori in fase pre-clinica, essa va associata ad esami di screening (mammografia e ecografia mammaria) stabiliti in base alla storia di ogni paziente, all’eventuale familiarità e alle caratteristiche della mammella che variano da donna a donna. E mai sottovalutare un corretto stile di vita, con movimento costante, una dieta bilanciata e zero fumo”.
Sorrisi in Rosa 2022 ha il patrocinio di aBRCAdaBRA, Amiche per Mano, Europa Donna, Il filo della vita, LILT Milano e Bergamo, Mettiamoci le tette, Fondazione ONDA, Pink Amazon e WALCE
La Ricerca che fa bene subito
Sorrisi in Rosa è parte di Pink Union di Fondazione Humanitas per la Ricerca, il progetto a sostegno della salute femminile che rappresenta l’impegno di medici e ricercatori che ogni giorno lavorano per aprire nuove strade alla cura delle patologie tipicamente femminili. Sostenere la ricerca è semplice, basta andare su
www.sorrisinrosa.it, dove è anche possibile acquistare la sciarpa simbolo dell’iniziativa. Le donazioni sosterranno iniziative di supporto psico-sociale per accompagnare le pazienti nell’affrontare i cambiamenti del proprio corpo e trovare la forza di accettare gli effetti delle cure.
Il calendario del Festival della prevenzione senologica in Italia
Come ogni anno, il calendario di iniziative di Sorrisi in Rosa in Lombardia, Piemonte e Sicilia prevede oltre 300 consulti e visite senologiche, radiologiche, ginecologiche, cardiologiche, psicologiche e di nutrizione gratuite negli Humanitas Medical Care e negli ospedali. A questi si aggiungono incontri divulgativi, camminate di beneficenza e mostre fotografiche. Il calendario è online su https://fondazionehumanitasricerca.it/eventi-sorrisi-in-rosa
In particolare, venerdì 21 ottobre dalle 8.30 alle 13 all’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, torna Bra Day una giornata di relazioni scientifiche e testimonianze, organizzata dal prof. Marco Klinger, responsabile della Chirurgia Plastica di Humanitas, con e per le pazienti che hanno avuto il tumore al seno. Tema di quest’anno “CURARE, COMUNICARE, CONDIVIDERE. L’importanza della comunicazione nella cura del tumore al seno: esperienze e aspettative dei medici e delle pazienti”. Protagonisti senologi, oncologi, radioterapisti, chirurghi plastici, associazioni di volontari e pazienti.
“L’esperienza di tanti anni ci dice che, nelle Breast Unit più che mai, la comunicazione è fondamentale: tra i diversi professionisti che ne fanno parte, con la paziente, tra le pazienti, con le associazioni che le raccolgono – conclude il prof. Marco Klinger -. Per questo abbiamo voluto dedicare l’edizione 2022 del BRA Day alla comunicazione e alla condivisione, un aspetto apparentemente secondario nel percorso di cura ma in realtà spesso in grado di fare la differenza”.