Ue: Coldiretti, addio accordo mercosur per garantire reciprocità
LECCE Lo stop all’accordo Mercosur risponde alla battaglia della Coldiretti per fermare le importazioni sleali ed introdurre con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’esprimere soddisfazione per l’annuncio del portavoce della Commissione europea che “non sono soddisfatte le condizioni” per raggiungere un accordo commerciale con i Paesi del mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay.
Una scelta che segue la denuncia della Coldiretti in Italia e della Fnsea in Francia sulla concorrenza sleale provocata dalle gravi inadempienze di molti Paesi sudamericani sul piano della sostenibilità delle produzioni agroalimentari con rischi per l’ambiente, la sicurezza alimentare e lo sfruttamento del lavoro minorile evidenziato dallo stesso dipartimento del lavoro statunitense.
La Coldiretti è impegnata da tempo per fermare questo accordo scellerato e per garantire il rispetto in Europa del principio di reciprocità affinché dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute.
A preoccupare – sottolinea la Coldiretti – sono infatti, le agevolazioni concesse nell’accordo a prodotti come la carne di manzo e di pollo dal Brasile, finiti al centro di scandali alimentari e spesso segnalati dal Rasff, il sistema di allerta rapido dell’Europa, per i problemi dal punto di vista della sicurezza. Ma le agevolazioni riguarderebbero anche altri prodotti, dal riso al miele, dai formaggi allo zucchero, dalla carne di maiale al latte in polvere.
Ma il Mercosur legittima le imitazioni di oltre il 93% dei prodotti agroalimentari Made in Italy, compresi i prodotti più esportati all’estero, a partire dalla Fontina, dal Parmesan, Parmesano, Parmesao, Reggianito e Grana mentre per altri “tarocchi” come il Prosecco e l’Asti, il Marsala, il Gorgonzola, il pecorino Romano, il Taleggio, l’Asiago, la Mortadella Bologna o il Prosciutto di Parma, è stata concessa una moratoria che permetterà di commercializzarli ancora per molti anni. In questo modo si assicura di fatto il benestare Ue a una produzione locale del falso che è già tra i più fiorenti e che viene peraltro esportata in tutto il mondo.