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Sciopero degli Stabilimenti Balneari: ombrelloni chiusi in tutta Italia contro la direttiva Bolkestein

Oggi, venerdì 9 agosto 2024, gli stabilimenti balneari di tutta Italia hanno avviato uno sciopero nazionale che vedrà gli ombrelloni chiudersi per due ore.

La categoria, rappresentata dai sindacati Sib-Fipe e Fiba-Confesercenti, è in protesta contro la mancata risposta del governo sul tema delle concessioni balneari, che rischia di mettere in pericolo migliaia di attività sul territorio nazionale. Questa mobilitazione, che ha raccolto l’adesione di numerosi stabilimenti lungo il litorale italiano, è solo la prima di una serie di giornate di protesta già programmate per questo mese di agosto.

Le Ragioni della Protesta: La Direttiva Bolkestein e le Concessioni Balneari

Il nodo centrale della protesta è l’applicazione della direttiva europea Bolkestein, che prevede la messa a gara delle concessioni balneari, aprendo le aste anche agli operatori europei a partire da gennaio 2025. La situazione è delicata, poiché senza una chiara regolamentazione da parte del governo italiano, circa trentamila concessioni potrebbero essere messe a rischio senza alcun indennizzo per gli attuali concessionari, che da decenni gestiscono gli stabilimenti. I balneari chiedono chiarezza su quali tratti di litorale saranno soggetti alla direttiva e, soprattutto, richiedono indennizzi per coloro che potrebbero perdere le loro concessioni.

Il Calendario delle Proteste

Oggi è solo l’inizio di una mobilitazione che, se non ci saranno risposte concrete da Roma, proseguirà anche nelle prossime settimane. Il 19 agosto, gli stabilimenti balneari aderenti allo sciopero chiuderanno per quattro ore, e successivamente, il 29 agosto, la chiusura degli ombrelloni sarà prolungata per sei o addirittura otto ore. Questa escalation di proteste mira a mettere pressione sul governo affinché fornisca risposte chiare e garantisca i diritti di migliaia di operatori che vedono il proprio futuro professionale incerto.

Cosa Chiedono i Balneari

Gli operatori del settore balneare chiedono innanzitutto che il governo chiarisca a quali stabilimenti si applichi la direttiva Bolkestein, in particolare dopo una sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce l’applicazione solo per i tratti di litorale con “risorse scarse”. Tuttavia, la definizione di “risorse scarse” è considerata troppo ampia e generica, e i balneari richiedono un’interpretazione ufficiale e dettagliata. Inoltre, la categoria chiede che siano previsti indennizzi adeguati per chi perderà la concessione, un aspetto cruciale, dato che il settore coinvolge centinaia di migliaia di lavoratori. La recente sentenza della Corte di giustizia europea, che ha dato ragione al demanio sugli espropri senza indennizzo, ha accentuato la preoccupazione tra gli operatori balneari, che ora chiedono garanzie economiche da parte del governo.

Un Settore in Allarme

Il settore balneare, uno dei pilastri del turismo italiano, si trova quindi in una situazione di forte incertezza. La mobilitazione in corso rappresenta una chiamata all’azione per il governo, affinché affronti in modo deciso e trasparente la questione delle concessioni. Gli ombrelloni chiusi lungo le spiagge italiane sono un segnale tangibile del malcontento e della preoccupazione che pervadono gli operatori del settore, che temono di vedere svanire anni di lavoro e investimenti senza alcuna tutela.

Mentre le spiagge si preparano a nuove giornate di protesta, l’attenzione si sposta ora sul governo, chiamato a rispondere alle richieste dei balneari per evitare un’estate di conflitti e incertezze in uno dei settori più rappresentativi dell’economia turistica italiana.