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Politiche 2022, Lopalco: “Fiero del lavoro fatto. Ora serve riallacciare dialogo con la gente”

Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione Pier Luigi Lopalco, Candidato al Senato nel collegio Uninominale Puglia 05 Pd – Italia democratica e progressista, Consigliere regionale.

Il momento delle elezioni politiche è l’espressione più alta della democrazia di un Paese. E grazie alla democrazia abbiamo regole del gioco che liberamente abbiamo scelto di accettare.

Sono fiero di aver accettato una sfida difficilissima in un collegio uninominale pur sapendo che, sulla base dei sondaggi di opinione, la vittoria sarebbe stata impossibile.

Perché al gioco della politica bisogna partecipare non per vincere, ma per testimoniare e far valere il proprio bagaglio di valori.

Sia ben chiaro: la vittoria non fa schifo a nessuno. Ma sono convinto che in questo caso la mancata vittoria non sia da ascrivere ad una sconfitta dei valori che abbiamo testimoniato, quanto ad una serie di errori strategici nel campo delle alleanze e delle coalizioni.

Non credo che oggi l’Italia si sia svegliata “di destra”. Semplicemente, sulla base delle regole del gioco di queste elezioni, si troverà ad essere governata dalla destra che si è presentata sul campo unita contro un fronte di centrosinistra come al solito diviso e litigioso.

Nel mio piccolo sono fiero del lavoro fatto. Della fatica di questa campagna elettorale breve ed entusiasmante. Della squadra che mi ha accompagnato e sostenuto, in primis le compagne ed i compagni di Articolo Uno. Grazie a questo impegno i quasi 85.000 voti hanno permesso alla coalizione del centrosinistra nel Salento, unica fra le province pugliesi, a meritarsi un onorevole secondo posto.

Il mio più grosso cruccio è la consapevolezza che la sinistra del nostro Paese non riesca più a parlare a chi non ha lavoro, ha chi ha difficoltà ad arrivare a fine mese, a chi è costretto a chiudere la propria attività. Questa fascia di cittadini, che purtroppo tendono a diventare una quota significativa del Paese, sono lasciati privi di rappresentanza e scelgono o di non votare o di abbracciare proposte populiste, sia di destra che di sinistra.

È a costoro che dobbiamo spiegare le nostre proposte e la nostra visione di società. Per farlo bisogna tornare fra la gente, riappropriarsi dei circoli di quartiere e rinvigorire l’attivismo. La politica fatta nel chiuso delle segreterie dei partiti ha segnato il suo tempo”.