Poli Bortone interviene su autonomia differenziata
LECCE La sinistra è passata dalla festa dell’unità alla fiera dell’ipocrisia: che scendano in piazza i veri padri dell’autonomia differenziata è una mistificazione intollerabile e un’offesa all’intelligenza dei cittadini. La legge 3 del 2001 modificava il titolo V della Costituzione è stata voluta e votata da governo e dalla maggioranza di centrosinistra. Di quel governo è bene ricordare che il presidente di quel Consiglio era Amato e la sua coalizione politica vedeva ministro dell’autonomia speciale Gianclaudio Bressa, ministro Franceschini, ministro delle riforme istituzionali Maccanico, ministro della difesa Sergio Mattarella. Quel governo e non altri con legge costituzionali previde come art. 116 della costituzione: “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia concernenti le materia di cui al 3 comma dell’art. 117”. E’ stato dunque uno dei governi a maggiore rappresentanza dei partiti di sinistra che ha voluto inserire in Costituzione l’autonomia differenziata. Un’opportunità prevista dal 2001 rispetto alla quale la sinistra per 23 anni anni non ha mostrato segnali di autocritica e men che mai di tornare sui suoi passi con una ulteriore modifica costituzionali. Fu un’errata valutazione politica della sinistra dell’epoca che nel 2001 ritenne di poter sottrarre in tal modo voti alla Lega scavalcandola su un tema proprio della Lega. Mi chiedo allora perché Calderoli non avrebbe dovuto approfittare di una riforma costituzionale voluta dalla sinistra e servitagli su un piatto d’argento. La legge Calderoli, legge ordinaria e non certo costituzionale è il derivato naturale di una legge del 2001 mai contestata o rinnegata dalla sinistra stessa. E allora è semplicemente ridicola la mobilitazione dei tre sindacati (dove era in questi anni?) e la visione entusiastica di manifestazioni di piazza da parte di esponenti della sinistra, compresi politici del Sud che hanno nelle loro fila, tra l’altro esponenti come Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna che al pari della Lombardia e del Veneto ha chiesto l’autonomia differenziata. La sinistra di oggi ha la memoria corta? Non conosce la propria storia politica. Si fa fatica a crederlo. Semmai si riappropria del suo consueto modus operandi mistificando i fatti e ricorrendo al sempre valido: ripeti la bugia più volte e diventerà verità. A me l’autonomia differenziata senza la preventiva definizione dei Lep e il conseguente finanziamento genera preoccupazione. Non mi piacciono le 20 regioni. Ne basterebbe 5. Non mi piacciono le 80 province: ne basterebbero 30. Non mi convincono gli 8mila e passa comuni: si potrebbero incentivare unioni e fusioni con un grande sollievo per l’enorme debito della Stato. Non mi piace soprattutto l’ipocrisia, la mistificazione, la strumentalizzazione che è nel Dna di questa sinistra, incapace di avere una visione dello Stato e pur di contrastare un governo di centrodestra tenta di far dimenticare le sue colpe. E l’autonomia differenziata è una delle sue colpe più pesanti, una colpa che non va certo dimenticata.
Adriana Poli Bortone presidente nazionale IO Sud