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Pnc, 4,6 mld per colmare divario infrastrutture al sud. Mozione Pagliaro: “Sia candidata l’alta velocità ferroviaria fino a Lecce”

“Troppi treni sono stati persi finora, per agganciare le risorse necessarie a finanziare la realizzazione dell’alta velocità fino a Lecce. Ora se ne presenta un’altra imperdibile: i 4,6 miliardi di euro del PNC, il Piano Nazionale Complementare al PNNR, sbloccati ieri dal Consiglio dei Ministri proprio per compensare gli squilibri strutturali al Sud. Interventi su strade, autostrade, ferrovie, porti e aeroporti, ma anche su scuola e sanità, per dare una spinta al Mezzogiorno che arranca.

E allora quale migliore occasione per candidare il progetto dell’alta velocità Napoli-Bari-Lecce-Taranto e sanare il gap infrastrutturale dei trasporti su ferro che condanna il Salento all’arretratezza? Ecco perché ho presentato una mozione che impegna la Giunta regionale ad adoperarsi per l’inserimento del progetto di estensione della linea ferroviaria fino a Lecce nell’elenco delle opere che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti presenterà al Governo per candidarle a finanziamento, attingendo alle risorse aggiuntive del PNC.

Credo che questo atto meriti una corsia preferenziale nel dibattito in Consiglio regionale, e sono certo che incontrerà piena condivisione da parte dei colleghi, così com’è accaduto per la mia precedente mozione sull’alta velocità fino a Lecce, approvata all’unanimità a febbraio scorso. Ma, al di là del consenso formale, quello che serve è uno sforzo concreto e forte da parte del presidente Emiliano e della sua giunta, a cominciare dall’assessora Maurodinoia, bussando con insistenza alle porte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti affinché il progetto venga inserito tra quelli da realizzare. È il solo modo per far uscire il Salento dall’isolamento a cui è stato relegato, con collegamenti ferroviari antiquati e carenti che sono una maledizione per pendolari  e turisti.

Nel boom di presenze e rilevanza mediatica che il Salento ha registrato in questa stagione estiva e che l’ha decretato al top delle destinazioni turistiche, si è levato il coro di lamentele dei visitatori di prossimità e stranieri per la grave carenza di collegamenti e infrastrutture. Un neo che deturpa l’immagine di una terra straordinaria, a cui viene impedita la possibilità di offrire servizi adeguati alle aspettative. Il Salento sconta un’arretratezza che tarpa le ali al suo sviluppo, tenendolo separato dal resto d’Italia e dai corridoi di mobilità intermodale.

Ripeto il mantra delle mie battaglie: l’Italia inizia a Santa Maria di Leuca e non finisce a Bari. Verità che si scontra con una visione distorta e baricentrica, visto che sono stati destinati investimenti infrastrutturali e tecnologici per tagliare i tempi di percorrenza e aumentare la capacità di transito di treni solo alla linea Bari-Napoli. Possibilità negata invece a Lecce, Brindisi e Taranto, trattate da cenerentole da Ferrovie dello Stato.

Se non ora, quando? I fondi del PNNR e quelli aggiuntivi del PNC possono diventare l’ancora di salvezza per tirare fuori il Salento dalle secche di trasporti da medioevo”.