Partorire senza dolore: al SS. Annunziata per accedere alla partoanalgesia si inizia dal web.
Messa a punto una modalità mista per accedere al servizio in sicurezza: un videocorso online, la compilazione di un questionario di autovalutazione medica pre-parto e, se necessaria, la visita con l’anestesista per garantire alle gestanti il sollievo dal dolore.
Il travaglio e il parto per alcune donne rappresentano una delle esperienze più dolorose della vita, che assorbe molte energie, limitando la partecipazione attiva e serena all’evento nascita: non è infatti infrequente che molte associno alla gioia della nascita del proprio figlio o figlia, il rimpianto di non aver potuto vivere appieno il momento a causa del forte dolore provato. Il dolore è percepito in modo differente e la scienza medica permette di venire incontro alle esigenze delle partorienti: nel punto nascita all’Ospedale SS. Annunziata, che, con i suoi circa duemila parti all’anno, è, secondo i dati Agenas 2020, il secondo punto nascita della Puglia, è possibile partorire usufruendo della partoanalgesia, sette giorni su sette e h24. Grazie all’impegno congiunto delle Unità Operative Complesse di Anestesia e Rianimazione e di Ostetricia e Ginecologia, è infatti possibile per le gestanti essere supportate durante il travaglio e il parto anche da un anestesista specializzato per alleviare il dolore, grazie a tecniche e farmaci adatti.
Per poter accedere al servizio di partoanalgesia in tutta sicurezza, è necessario, come per ogni pratica medica, che la donna sia correttamente informata, che abbia effettuato l’anamnesi e che esprima il proprio consenso in maniera lucida. La scelta di partorire in analgesia, quindi, deve essere valutata prima del travaglio e, per questo, all’Ospedale SS. Annunziata, viene utilizzato un sistema misto online/in presenza.
Sul portale e sul canale YouTube della ASL Taranto è infatti disponibile un videocorso della durata di dieci minuti in cui il dottor Michele Cacciapaglia, direttore della Struttura Complessa di Anestesia, e la dottoressa Rosanna Amodio, anestesista referente del servizio di anestesia ostetrica, spiegano cos’è e come funziona la partoanalgesia. Le gestanti interessate, a partire dalla 34esima settimana di gravidanza, possono seguire il videocorso, scaricare i documenti allegati e compilare il questionario di autovalutazione medica pre-parto e l’informativa. I documenti compilati e firmati devono poi essere inviati via email all’indirizzo poc.partoanalgesia@asl.taranto.it o consegnati al Centro Donna del Padiglione Vinci. Il medico anestesista esamina la documentazione e certifica l’idoneità della gestante alla partoanalgesia. Se necessario, ovvero se il medico individua situazioni mediche particolari, la donna viene contattata per effettuare una visita anestesiologica prima del parto. Una volta acquisito l’ok per la procedura, la donna dovrà portare con sé, al momento del ricovero, la documentazione e gli esami richiesti: se la situazione medica lo permetterà, a travaglio ben avviato, con l’accordo tra il personale sanitario di ostetricia e quello di anestesia, la gestante potrà accedere alla partoanalgesia, quindi partorire in sicurezza con minore dolore.
Il servizio di partoanalgesia presso il SS. Annunziata, con la presenza degli anestesisti tutti i giorni 24 ore su 24, è attivo dal febbraio dello scorso anno e, nonostante le restrizioni legate alla pandemia Covid, più di settecento donne hanno potuto partorire in partonalgesia, su un totale di mille che hanno avuto accesso al servizio.
“Il servizio di partoanalgesia rientra tra i LEA livelli essenziali di assistenza e, come definito dalla delibera regionale n. 796 del 2017, in una struttura come il SS. Annunziata, che ha un numero di parti all’anno superiore ai mille e tutti i requisiti strutturali, tecnologici, organizzativi e di risorse umane previsti, deve essere possibile per le donne che ne facciano richiesta accedere a questo servizio. – ha affermato il Direttore Generale della ASL Taranto, Stefano Rossi – L’obiettivo di questo nuovo sistema, con la possibilità di seguire il videocorso online comodamente da casa propria, permette di raggiungere e informare molte gestanti e promuovere quindi un servizio che è raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per le donne in buona salute che intendano avere un sollievo dal dolore durante il travaglio.”
La partoanalgesia consiste infatti nella somministrazione di farmaci a bassissime concentrazioni che riducono il dolore senza però che la donna perda la sensibilità degli arti inferiori, che può anche continuare a muovere. La gestante continua così ad avvertire l’arrivo delle contrazioni, ma con dolore ridotto, e conserva la forza muscolare degli arti e dell’addome: può quindi camminare e spingere durante il percorso espulsivo.
La partoanalgesia non presenta rischi per il bambino e non incide con l’allattamento al seno; può essere iniziata se vi è la richiesta materna, il travaglio è ben avviato e con il necessario nulla osta del ginecologo.
La manovra viene eseguita da un anestesista esperto, in sala parto, in anestesia locale. La tecnica peridurale consiste nell’inserimento di un cateterino in sede lombare attraverso il quale vengono iniettati i farmaci per tutta la durata del travaglio. L’anestesia combinata spino-peridurale, prevalentemente utilizzata nell’ospedale tarantino, consiste nel posizionamento del cateterino peridurale preceduto dalla somministrazione degli stessi farmaci anche nello spazio spinale. La scelta della tecnica spetta all’anestesista in base alle caratteristiche della gestante e alla fase del travaglio.
La partoanalgesia non può essere eseguita in caso di piastrine troppo basse, tatuaggi in zona lombare, dove andrebbe inserito il cateterino, patologie specifiche, febbre o infezioni in atto, travaglio non fisiologico e farmaci che scoagulano il sangue.
Le possibili complicanze per la mamma sono prurito, nausea, ipotensione, che generalmente si risolvono spontaneamente, e dolore transitorio in sede di puntura. Può anche accadere una puntura accidentale della dura madre con ago da peridurale: ciò può portare all’insorgenza di cefalea della durata variabile da pochi giorni a qualche settimana e che richiede il riposo a letto e l’assunzione di analgesici. Sono decisamente più rare, invece, lesioni nervose transitorie o permanenti e infezioni.