Oliva: “Brindisi in attesa della Partoanalgesia, un diritto negato a tutte le donne “
“L’8 maggio abbiamo celebrato la Festa della Mamma, ma nel territorio di Brindisi si continua a partorire con dolore negando un diritto essenziale alle donne” così l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Brindisi riportano l’attenzione sull’impegno disatteso dalla sanità brindisina.
Il dolore del travaglio può rappresentare un importante ostacolo che impedisce alla donna di vivere serenamente l’evento del parto. La partoanalgesia (o analgesia epidurale) consente, invece, di controllare in modo efficace il dolore del travaglio senza interferire sulla dinamica fisiologica del travaglio stesso e permettendo alla gestante di partorire in modo naturale e spontaneo. Dal marzo del 2017 la partoanalgesia è sancita come LEA (Livello Essenziale di Assistenza); la legge riconosce così alla donna il diritto di scegliere di partorire senza dolore.
“Da ben cinque anni si attende che l’ospedale Perrino di Brindisi e l’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana adottino questo importante protocollo – sottolinea Arturo Oliva, presidente dell’Ordine- ma mentre nel resto della Puglia ci sono stati gli opportuni adeguamenti nella nostra provincia nulla è stato fatto. Non solo, gli impegni disattesi dalla Regione Puglia hanno indotto molte gestanti a scegliere il parto cesareo come alternativa al parto naturale con ulteriore aggravio sulla spesa sanitaria e sull’impiego delle unità operative, notoriamente in difficoltà perché sotto organico”.
Dati alla mano negli ultimi anni è stato costatato che nel 45/ 50 per cento dei casi si ricorre all’intervento chirurgico, programmando con largo anticipo il parto cesareo, una pratica che normalmente viene eseguita se non in caso di estrema necessità. La partonalgesia, invece, consentirebbe di partorire senza entrare in sala operatoria. La Sanità brindisina ha annunciato tante volte di essere pronta a fornire questo servizio assistenziale , proclami conclusi con un nulla di fatto. In tutto questo vi è, invece, una sola certezza: nella provincia di Brindisi non esiste un LEA, da cinque anni è un diritto negato e le donne sono costrette a partorire con dolore o addirittura recarsi altrove. Non solo , a ciò si aggiunge anche la mancanza un Ecografo Top di Gamma per la diagnosi prenatale di II livello essenziale per eseguire le ecografie morfologiche all’Ospedale Perrino di Brindisi. La sua finalità è lo screening relativo alla eventuale presenza di malformazioni fetali. L’esame consente di diagnosticare dal 30 per cento al 70 per cento di tutte le possibili malformazioni. La diagnosi precoce di una eventuale malformazione fetale è molto importante poiché consente l’eventuale trattamento della stessa fin dalla nascita.
“La richiesta di acquisto del prezioso macchinario- spiega Oliva- è stata sollecitata più volte . Ultima istanza lo scorso 6 maggio. Le apparecchiature attualmente in dotazione all’Ospedale Perrino di Brindisi sono obsolete e non consentono di eseguire un esame idoneo e corrispondente alle Linee Guida Nazionali SIEOG. Un rischio che non è assolutamente concepibile e per la paziente e per la stessa struttura sanitaria”.