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Nuovo caso di violenza in ospedale: un medico aggredito a Lecce. L’Ordine dei Medici invoca un decreto urgente

La violenza negli ospedali italiani continua a essere una grave emergenza, con numerosi episodi registrati in tutta la nazione. Questa volta, l’aggressione si è verificata nell’ospedale Francesco Ferrari di Casarano, in provincia di Lecce. Un paziente, in attesa di un esame di cistoscopia nel reparto di Urologia, ha colpito il medico di turno con un calcio al basso ventre, causando sconcerto tra i presenti.

Questo episodio si inserisce in una drammatica sequenza di aggressioni ai danni del personale sanitario che si sta verificando in tutta Italia. Nelle ultime 24 ore, a Foggia, sono state segnalate due ulteriori aggressioni presso il Policlinico, dove il clima di violenza sembra essere diventato insostenibile. La situazione ha spinto alcuni medici a presentare le dimissioni, con il rischio, come sottolineato dal direttore sanitario, di non poter garantire i servizi di emergenza se le dimissioni dovessero diventare di massa.

A Foggia, un figlio di un paziente ha colpito due infermieri e un vigilante con il gesso al braccio, mentre un 18enne, in un altro episodio, ha sferrato pugni e calci a tre infermieri prima di essere arrestato dai carabinieri.

Anche a Torino, una dottoressa di medicina d’urgenza è stata vittima di un’aggressione, ferita alla mano con un’arma da taglio fuori dall’ospedale San Giovanni Bosco.

Questi atti di violenza, sempre più frequenti, non sono limitati a casi isolati. Durante l’estate, in Puglia, si sono verificati numerosi gravi episodi: una dottoressa è stata aggredita a Minervino di Lecce durante una visita domiciliare, un medico a Taranto ha subito un trauma cranico, e in altre località del sud Italia si sono registrate ulteriori aggressioni.

Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, ha chiesto l’intervento urgente del Governo, proponendo l’adozione di misure immediate come l’arresto in flagranza differita e una rivisitazione delle modalità di accesso agli ospedali. Anelli ha sottolineato che la situazione è ormai fuori controllo e ha suggerito anche il possibile coinvolgimento dell’esercito per garantire la sicurezza del personale medico. “I sanitari non possono continuare a essere bersagli di violenze quotidiane,” ha dichiarato, ribadendo la necessità di una strategia a lungo termine che restituisca dignità e sicurezza alla professione.

I sindacati dei medici hanno proclamato lo stato di agitazione e organizzato una manifestazione a Foggia per il 16 settembre, al fine di sollecitare risposte dalle istituzioni. La tensione negli ospedali italiani è ormai allarmante, e il rischio di un esodo di professionisti dalla sanità pubblica diventa sempre più reale.