Lazzàro (Confagricoltura Puglia): basta con i ribassi, il valore dell’olio pugliese non si svende
LECCE Le recenti dichiarazioni di chi sostiene che un buon olio extravergine d’oliva italiano possa essere venduto a 5-6 euro al chilo rappresentano un pericoloso attacco al cuore della filiera olivicola, per Confagricoltura Puglia dunque si tratta di posizioni irresponsabili, che rischiano di alimentare una spirale di ribassi insostenibili per gli agricoltori e i lavoratori dell’indotto minando la qualità del prodotto e tradendo le aspettative dei consumatori.
“Un buon olio extravergine d’oliva non può essere venduto all’ingrosso a meno di 10 euro al litro”, sottolinea il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro. “Non è uno slogan, ma una verità basata sui numeri e sulla realtà dei campi. Chi crede che si possa fare qualità con 5-6 euro al chilo non conosce il settore o, peggio, ha altri interessi da difendere”.
“La situazione, già critica per i costi di produzione alle stelle e i margini sempre più esigui, è aggravata dalle difficoltà climatiche che gli olivicoltori pugliesi hanno dovuto affrontare. Nonostante tutto, i produttori hanno continuato a investire in pratiche sostenibili, garantendo un prodotto d’eccellenza apprezzato in tutto il mondo. Oggi, nelle piazze pugliesi, il prezzo medio dell’olio extravergine si attesta attorno ai 9 euro al litro franco azienda. Un valore che, pur dignitoso, non copre tutti i costi della filiera”.
Pretendere prezzi di 5-6 euro al chilo significa condannare gli olivicoltori a lavorare in perdita. Confagricoltura Puglia accusa apertamente chi cerca di speculare su questa situazione: “Le grandi aziende di imbottigliamento – dice l’organizzazione – o chi si nasconde dietro il marchio ‘Made in Italy’ ma cerca solo di spremere i contadini devono sapere che la qualità ha un prezzo. L’olio extravergine non è una commodity da scaffale. Abbassare il prezzo significa abbassare la qualità, e chi ci perde sono agricoltori, lavoratori, consumatori e il valore del nostro territorio”.
La Puglia, leader nella produzione di olio in Italia, è il cuore di un sistema che esporta eccellenza in tutto il mondo. I mercati internazionali, come Germania, Francia e Stati Uniti, hanno aumentato la domanda di olio Evo italiano del 64,1% rispetto allo scorso anno, confermando il valore unico del prodotto pugliese.
Tuttavia, la produzione nazionale è in calo. Nel 2024/2025, l’Italia dovrebbe produrre appena 224mila tonnellate di olio, segnando un -31,7% rispetto all’anno precedente. Mentre Paesi come Spagna e Turchia vedono crescite significative (+51,1% e +109,3% rispettivamente), l’Italia rischia di perdere terreno non solo nei volumi, ma anche nel valore percepito.
Abbassare il prezzo significa dare spazio a prodotti stranieri, spesso mascherati da italiani. “Non permetteremo che il nostro olio venga ridotto a una merce da discount. La Puglia – conclude Lazzàro – produce eccellenza, e l’eccellenza ha un costo. Solo così possiamo garantire un futuro sostenibile per le nostre aziende agricole e il nostro territorio. La qualità non si svende: è un valore che va difeso, ogni giorno, nei campi e nei mercati”.