Lavoro, Castellucci: aumenta anche in Puglia ma ancora poca crescita economica stabile
LECCE – Negli ultimi due anni le assunzioni complessive hanno fatto registrare in Italia, le performance migliori degli ultimi decenni. In particolare in Puglia nel settore privato la crescita nell’anno passato rispetto al 2022 è stata del +3,4%.
Risultano in crescita del 2,8% rispetto all’anno precedente le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine (dato Inps).
Rimangono comunque elevate le quote di contratti part time che interessano il 58,82% delle donne a fronte del 25,82% degli uomini. Sempre in Puglia, a fine 2023 risultano 1.167.068 pensioni, il 6,6% del totale nazionale, di cui 748.859 di natura previdenziale e che segnala purtroppo l’inverno demografico in atto.
A fronte di questo quadro generale, fatto di luci e ombre, permangono criticità diverse che peraltro rischiano di divenire croniche a cominciare da una produttività ancora limitata rispetto alla media UE e da un mismatch accentuato tra domanda e offerta di lavoro che penalizza in particolare i giovani e le donne.
Fanno fatica a crescere i salari in Puglia, causa il dato inflattivo e l’incremento del costo del carrello della spesa, nonostante il buon numero di rinnovo di contratti di lavoro degli ultimi mesi. Valutando il contesto generale, abbiamo di fatto una situazione complessa che vede ancora il Paese e la Puglia con una limitata crescita anche a causa degli effetti delle diverse tensioni internazionali. Per tutto questo riteniamo maturo e positivo il tempo di maggiore protagonismo delle parti sociali attraverso un patto di corresponsabilità e partecipazione diffusa, tra istituzioni, imprese e sindacato.
Come Cisl Puglia sosteniamo che per una crescita economica, sociale stabile e strutturata occorre garantire opportunità e condizioni eque di lavoro stabile e sicuro, nei diversi territori e settori produttivi.
Certo è che risulta necessario accelerare a livello regionale sui servizi per l’impiego, sul sistema scolastico, formativo, di orientamento e nuove competenze per consentire in particolare ai giovani e alle donne maggiori opportunità occupazionali.
Per rilanciare l’occupazione femminile occorrono per esempio, più asili nido da una parte, e maggiori servizi per le famiglie dall’altro, ma nello stesso tempo fondamentale dovrà essere ampliare e rafforzare gli investimenti sui congedi per la genitorialità, agire con incentivi alla contrattazione collettiva di secondo livello, con misure mirate a conciliare, sempre più, tempi di vita e di lavoro.
Solo attraverso lo sviluppo e la crescita economica è possibile dare risposte ai ritardi strutturali dei territori, nel Mezzogiorno e nella nostra splendida Puglia.