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Gambling e sponsorizzazioni, una questione delicata per il futuro del calcio

I campionati sono finiti, le partite per adesso sono solo un lontano miraggio o un lontano ricordo. C’è il calciomercato a tenere banco. C’è bisogno di fondi, di soldi, di milioni. Quelli che le squadre di calcio trovano vendendo oppure, perché no, che trovano attraverso accordi di sponsorizzazione.

Stringere alleanze è fondamentale in un mondo che sembra dorato ma che invece deve fare i conti con bilanci in rosso e gravi perdite. La questione più complicata, in questo senso, è quella relativa alle sponsorizzazioni di società di gambling o di betting. Come si legge su Gaming Report, a bloccare la situazione, in Italia, è stato il Decreto Dignità, che ha messo la parola fine alle collaborazioni di questo tipo, causando un grave danno economico a diversi club. Le stime parlano di una perdita di almeno 100 milioni di euro negli ultimi anni, un buco non indifferente per i bilanci delle squadre, medie o piccole che siano.

Così si cercano soluzioni alternative. La Juventus, ad esempio, ha di recente ufficializzato un accordo di sponsorizzazione con il marchio Instant Casino, che diventerà brand partner regionale (ha infatti una licenza a Cipro e non in Italia) mentre l’Inter ha siglato un accordo con Betsson (un accordo da 30 milioni di euro l’anno fino al 2028). A spiegare la liceità di questi accordi è stato direttamente Massimiliano Capitano, Commissario Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni: “Già dalle prime istruttorie in tema di divieto di pubblicità del gioco d’azzardo – si legge su Gaming Report – l’Autorità ha stabilito che la normativa non è violata se non c’è alcun riferimento al gioco ai sensi delle linee guida e nel sito di informazione non figurano elementi, loghi e grafiche che possono configurare una pubblicità indiretta del relativo bookmaker e spingere in qualche modo l’utente a giocare”.

Non solo club di prima fascia come Juventus e Inter, ma anche altre società guardano a questo mercato per rimpinguare le proprie casse. Tra queste c’è senza dubbio il Lecce, che ha non una ma ben due sponsorizzazioni di questo tipo. La prima è con BetItaly Pay, co-sponsor per la stagione 2023&24, presente sulle tre maglie ufficiali dei salentini, con un accordo rinnovato fino al 2026. “BetItalyPAY, società salentina operante nel settore dei servizi –  si legge nel  comunicato ufficiale – mette a disposizione gratuitamente una vasta gamma di servizi da offrire all’interno degli esercizi pubblici per fidelizzarne la clientela ed aumentarne la redditività del business”. Tra gli official partner del club giallorosso, poi, figura anche Eurobet.live, a sottolineare l’importanza di questo mercato per tutta la filiera sportiva e calcistica italiana.

Il problema, però, è che questo tipo di accordo non è minimamente paragonabile ai flussi pre Decreto Dignità. Per questo esponenti del mondo del calcio ma anche della politica spingono per una modifica alla norma. Gaetano Amato, deputato del Movimento 5 Stelle, si è detto contrario. Il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha invece aperto a questa opportunità. La parola fine, insomma, sembra essere molto lontana.