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Fusione Presicce-Acquarica, Pagliaro: “Affrettata e maldigerita. Ho chiesto approfondimenti in vii commissione”

“Le fusioni a freddo non portano mai bene, perché nascono senza obiettivi e percorsi condivisi. Lo dimostra il caso dell’aggregazione dei Comuni salentini di Presicce e Acquarica del Capo, ancora intollerata da molti cittadini nonostante siano passati più di due anni dal referendum che l’ha sancita”. Lo scrive in una nota il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani, Movimento Regione Salento.

“Avendo intercettato il malcontento di una larga fetta della popolazione locale, – continua – ho richiesto un’audizione in VII Commissione Riforme istituzionali per aprire una riflessione sulla disciplina delle aggregazioni di Comuni e, più precisamente, sulle regole che governano la fase decisoria del procedimento di variazione territoriale”.

“Un ragionamento – prosegue – che andrà affrontato con il presidente Emiliano, il segretario generale della Regione Puglia, il dirigente della sezione Enti locali e naturalmente con il sindaco di Presicce-Acquarica. Anche a livello nazionale, le fusioni di Comuni stanno creando più problemi che benefìci: all’entusiasmo iniziale per i vantaggi di natura amministrativa e finanziaria prospettati, subentra la preoccupazione per la difesa dell’identità comunale”.

“Spetta alle Regioni – sottolinea – adoperarsi per contemperare i diversi interessi in campo, ed evitare che queste aggregazioni siano vissute dai cittadini come un’imposizione dall’alto. Esaminare in audizione la fusione dei due Comuni salentini – la sola finora approvata in Puglia – sarà importante anche per valutare se la Regione sia dotata degli strumenti adeguati a governare il fenomeno”.

“La verità – spiega il consigliere regionale – è che la fusione Presicce-Acquarica è nata male, con un referendum consultivo affrettato che si è tenuto a dicembre 2018 anziché in primavera come di consueto, registrando un’affluenza molto bassa (34,28% ad Acquarica del Capo e 41,51% a Presicce) ed un esito forzato, non essendo necessario il raggiungimento del quorum. Molti cittadini non si sono potuti o voluti esprimere, avendolo vissuto come un’imposizione. E ancora attendono risposte sul perché si sia voluto spingere sull’acceleratore, ignorando le resistenze diffuse. Senza dire che i residenti all’estero o in altri Comuni d’Italia hanno ricevuto la cartolina d’avviso in forte ritardo, pochi giorni prima del voto o addirittura a consultazione già avvenuta”.

“Ma, al di là di questi chiarimenti tardivi eppure doverosi, – conclude Paolo Pagliaro – bisogna guardare al futuro di Presicce-Acquarica. E per farlo è necessario sapere quali e quanti dei fondi previsti per la fusione siano stati effettivamente assegnati o lo saranno, e come siano stati spesi o si è pianificato di spenderli; se si stia progettando il recupero delle vecchie strutture comunali abbandonate, come annunciato nella pur breve e confusa campagna referendaria; come s’intenda coinvolgere la cittadinanza in questo percorso di fusione affinché possa essere metabolizzato. Dalla fretta, si sa, nascono figli ciechi”.