Furti di chilometri di fili di rame con i pozzi artesiani che restano spenti
BARI La guerra in Ucraina fa riesplodere il fenomeno dei furti di chilometri di fili di rame in provincia di Bari con i pozzi artesiani che restano spenti, bloccando l’irrigazione dei campi in un annata siccitosa. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, segnalando che sono stati saccheggiati cavi elettrici e fili di rame a tappeto che fanno funzionare elettricamente i pozzi artesiani tra Adelfia e Sannicandro di Bari.
Un’attività gestita da bande criminali che rubano i cavi per recuperare il rame, che viene venduto al mercato nero. A causa dei furti di cavi elettrici le aziende agricole restano senza corrente e, dunque, impossibilitate a procedere all’irrigazione dei campi.
I furti sono praticamente quotidiani tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne, mentre altri si sono affidati a istituti di vigilanza. Oltre alla perdita di reddito, a rischio è la stessa incolumità degli agricoltori che non è certamente un problema trascurabile.
Secondo l’analisi dell’Osservatorio sulla criminalità dell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti sui risultati conseguiti dalle Forze di Polizia, l’intero comparto agroalimentare è caratterizzato da fenomeni criminali legati a furti, estorsioni e alla contraffazione di prodotti alimentari ed agricoli e dei relativi marchi garantiti. I danni al sistema sociale ed economico sono molteplici, dal pericolo per la salute dei consumatori finali, all’alterazione del regolare andamento del mercato agroalimentare.
Per questo Coldiretti Puglia, ringraziando le forze dell’ordine per l’opera incessante svolta quotidianamente, chiede una stretta sui controlli per assicurare maggiore sicurezza agli agricoltori e agli operai nelle campagne.
Il fronte dell’illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari. I reati contro il patrimonio, – insiste Coldiretti Puglia – quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, rappresentano la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale. Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredati, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciando, le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali. Capitolo a parte merita il mercato parallelo di prodotti agricoli – conclude Coldiretti Puglia – provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio ‘made in Puglia’, a danno dell’imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori.