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“Donne & Patrioti in movimento” nella Capitale a sostegno delle terapie domiciliari

Una delegazione di “Donne & Patrioti in Movimento” ha manifestato in Piazza del Popolo a Roma, in occasione della “Conferenza Nazionale per Le Terapie DomiciliarI” svoltasi sabato scorso.

La vicepresidente Maria Vincenza Elia e la responsabile regionale del movimento Elvira Picca, hanno preso parte alla manifestazione pacifica autorizzata dalla Questura di Roma per stare accanto ai sanitari contro il Decreto Legge 44 entrato in vigore l’1 aprile scorso.

“La politica non deve fermare le cure – hanno spiegato all’unisono Elia e Picca -. Da sempre le cure domiciliari hanno salvato migliaia di vite in scienza e coscienza. Il ministro della Salute Speranza ha il dovere di coinvolgere nei protocolli di cura domiciliare, i medici impegnati sul territorio. Siamo venute a Roma per stare vicino ai medici e agli operatori sanitari della Regione Puglia che vogliono curare”. I due membri del direttivo in rosa presieduto da Valentina Perrone hanno esibito il cartellone di protesta con su scritto: “Benvenuti negli inferi. Fausto Bonino uccideva con l’eparina. Il governo italiano uccide con la tachipirina e la Lorenzin con la punturina”.

Durante la manifestazione in tanti hanno indossato le t-shirt sulle quali ha campeggiato la frase “Voglio essere curato con la terapia domiciliati precoce”.

E sul web è spopolato l’hashtag #unitiperlecuredomiciliariprecoci.

Nel corso della protesta pacifica sono intervenuti giornalisti e medici altamente qualificati, che hanno rivendicato il diritto alle cure domiciliari dinanzi a centinaia di persone. La manifestazione è stata organizzata dal Comitato Cura domiciliare Covid-19 presieduto dall’avvocato Erich Grimaldi.

“Alla fine noi siamo stati esclusi e ci troviamo linee guida ancora più penalizzanti perché escludono antibiotici, cortisone, lasciano eparina solo agli allettati” denuncia Grimaldi, “trasformano il medico in un videoterminalista che deve monitorare da lontano il paziente e fargli fare ginnastica come se uno con il Covid fosse in grado, quindi chi le ha redatte non ha mai visto un paziente a domicilio e in un momento in cui i medici vaccinati dovrebbero essere invitati ad andare a casa del paziente”.