Confagricoltura Lazzaro: bonifiche, situazione drammatica. Serve da parte della Regione Puglia un’assunzione di responsabilità
LECCE Terreni invasi da erbacce e canali dei quali non si riconoscono più gli argini: dalle foto e dai video mostrati oggi ai giornalisti da Confagricoltura Puglia emerge la condizione reale dei canali adibiti allo smaltimento delle acque piovane delle province di Bari, Bat, Brindisi, Lecce e Taranto. Un vero e proprio reportage fotografico, realizzato dai provinciali dell’organizzazione degli agricoltori, per dimostrare come su quei canali non vi sia da tempo né manutenzione ordinaria, in capo ai Consorzi di bonifica, né quella straordinaria, in capo alla Regione Puglia.
“Quello che abbiamo mostrato oggi”, ha detto il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro, “è frutto di uno studio approfondito sui canali principali e sugli affluenti dei territori che ricadono nelle aree dei consorzi commissariati. A volte i canali non esistono più, andrebbero ricostruiti e lì dove ci sono ancora, sono pieni di erbacce e detriti. Chiediamo dunque alla Regione Puglia un’assunzione di responsabilità sul piano politico: non è possibile obbligare gli agricoltori ad andare tutti in giudizio per dimostrare che hanno ragione, che in effetti pagano un tributo per delle opere di bonifica che non vengono compiute. Le prove di questo sono sotto gli occhi di tutti e oggi ancora di più dopo questo nostro lavoro, che ha interessato i presidenti e tutti i nostri uffici provinciali. I pochi spiccioli che la Regione Puglia stanzia su questi importantissimi lavori non cambiano una situazione disastrosa che ha effetti pesanti sulla situazione idrogeologica del territorio, con conseguenze significative sulle produzioni e sulla sicurezza”. “Più che i proprietari di terreni agricoli – ha precisato – i veri utilizzatori di questi canali sono i comuni del Barese, della Bat, del Brindisino e del Leccese che sversano le acque reflue in questi condotti, dunque non è giusto che a pagare siano solo gli agricoltori, che non ricevono un beneficio reale”.