Coldiretti: attivo lo sportello Job in Country per combattere le difficoltà occupazionali nelle campagne
LECCE Per combattere le difficoltà occupazionali e la mancanza di manodopera nei campi, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi e l’inflazione con lo svolgimento regolare delle campagne di raccolta in agricoltura è attivo lo sportello on line “Jobincountry” autorizzato dal Ministero del Lavoro con le aziende agricole che assumono. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in occasione della presentazione a Lucera in provincia di Foggia delle attività del progetto Farmwell finanziato dall’Unione Europea (Horizon 2020) che, grazie alla partecipazione di gruppi di ricerca e associazioni dislocati in sei diversi paesi membri (Belgio, Grecia, Romania, Polonia, Italia e Ungheria), mira a identificare e rendere più accessibili quelle innovazioni sociali che intendono migliorare il benessere degli imprenditori agricoli, delle proprie famiglie, dei lavoratori e della comunità rurale in cui vivono.
Job in Country è la piattaforma di intermediazione della manodopera della Coldiretti che offre a imprese e lavoratori un luogo di incontro, prima virtuale on line e poi sul campo. Si pone infatti l’obiettivo di mettere in contatto nei singoli territori i bisogni delle aziende agricole in cerca di manodopera con quelli dei cittadini che aspirino a nuove opportunità di inserimento lavorativo, in un quadro di assoluta trasparenza e legalità. Vanno infatti specificate – precisa la Coldiretti – mansioni, luogo e periodo di lavoro ma anche disponibilità e competenze specifiche in un settore dove è sempre più rilevante la richiesta di specifiche professionalità. L’attività è svolta direttamente nelle singole provincie attraverso le Società di servizi delle Federazioni provinciali ed interprovinciali della Coldiretti, secondo un modello di capillare distribuzione sul territorio.
Sul portale JobinCountry raggiungibile dal sito www.coldiretti.it è possibile per le aziende, inserire offerte di lavoro, indicando le caratteristiche professionali richieste e le condizioni relative alle offerte (come mansioni e retribuzione), per chi è in cerca di occupazione, è possibile inserire il proprio curriculum e la propria disponibilità alla nuova occupazione, e mantenere sempre aggiornati i propri dati professionali.
La burocrazia è percepita come un considerevole ostacolo dalle aziende agricole, specialmente dalle piccole e medie realtà. Le maggiori difficoltà sono rappresentate dalla lunghezza delle procedure burocratiche che, richiedendo tempo e risorse economiche di cui le aziende spesso non dispongono, incide negativamente sia sulla gestione quotidiana dell’azienda che sulle opportunità di partecipazione a progetti.
Una forte criticità per le imprese agricole è rappresentata Altri costi sono legati al lavoro, soprattutto in relazione alle assunzioni stagionali. A tal proposito, ricordiamo l’impasse burocratica legata alla semplificazione dei voucher, al fine di compensare la carenza di forza lavoro fornita dai braccianti stranieri, il cui contributo è essenziale per il mantenimento del sistema alimentare. O ancora, gli oneri amministrativi legati al sostegno PAC. Secondo un’analisi condotta dalla stessa Unione Europea nel 2017, l’Italia è al secondo posto in Europa per costi annuali di oneri amministrativi.
Di fronte alle incertezze e ai pesanti ritardi che rischiano di compromettere le campagne di raccolta e le forniture alimentari della popolazione, emerge tra gli agricoltori un consenso generale in merito alla necessità di istituire alcune piattaforme innovative che offrano una serie di servizi per il mondo agricolo, tra cui meccanismi che mirano a collegare l’offerta e la domanda di lavoro, oppure di progetti socio-economici con l’obiettivo di fornire opportunità di lavoro e alloggio a migranti o persone vulnerabili; o ancora, iniziative di job sharing – contratto di lavoro ripartito – attraverso cui gli agricoltori locali reclutano e impiegano alcuni lavoratori a rotazione nelle proprie aziende durante l’anno.
Serve una stretta su misure concrete – conclude Coldiretti – per ridurre, e non aumentare, la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più bizzarro.