Bilancio Previsione 2024 Regione Puglia, Pagliaro: “Grandi buchi in settori cruciali, e mancato riequilibrio fra territori”
“Un bilancio opaco, con grandi buchi in materie cruciali come infrastrutture, sanità, ambiente e agricoltura. Nella manovra finanziaria della Regione per il 2024 e per il triennio 24-26, non c’è traccia di interventi per colmare il divario fra le diverse aree delle Puglie. Anche il recente stanziamento della Giunta per grandi investimenti e messa in sicurezza di edifici e territorio è andato quasi tutto a Bari e Foggia: 35 dei 42 milioni disponibili, e al Salento solo le briciole: 7 milioni per Grottaglie. Disuguaglianze nei trasporti, nelle infrastrutture, nelle strade. Un esempio su tutti: la statale 100, la strada a più alta incidentalità della Puglia. Il tratto da Bari a Gioia del Colle è stato ammodernato e messo in sicurezza, mentre per quello più pericoloso fra Gioia del Colle e San Basilio, pieno di curve e senza spartitraffico, zero risorse stanziate perfino per la progettazione iniziale”. Lo scrive in una nota il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.
“Anche il Consiglio delle Autonomie Locali – aggiunge Pagliaro – è rimasto sulla carta nonostante sia previsto dalla legge regionale 29 del 2006. Sembrava dovesse essere finalmente realizzato per volontà del presidente Emiliano, ma poi è tutto sfumato nel nulla, smentendo ancora una volta i proclami sul coinvolgimento e la partecipazione dei territori.”
“In bilancio – sottolinea il consigliere regionale – sono stati appostati 165 milioni per il trasporto pubblico locale ed è stato aumentato a 13 milioni il finanziamento per trasporto degli studenti disabili. Bene, ma non c’è traccia delle grandi opere che il Salento attende da anni, da decenni. Si continua a procedere sul doppio binario, dando gas a Bari e lasciando indietro gli altri territori, trattati come figli di un dio minore: alta velocità ferma a Bari, aeroporto di Brindisi con un terzo dei voli rispetto a quello barese, e nessuna connessione con le località salentine. E, per Foggia e Grottaglie, solo fumo negli occhi. La 4 corsie Lecce-Taranto resta ancora un miraggio, e le opere secondarie progettate da decenni procedono a passo di lumaca, fra mille intoppi e con costi che lievitano a dismisura”.
“E poi il capitolo sanità. – aggiunge il capogruppo de La Puglia Domani – Da quasi un anno ho preso l’impegno di andare a compiere visite ispettive nelle strutture sanitarie della Asl Lecce, per constatare disservizi ma anche eccellenze. Servizio 118 e pronto soccorso allo stremo, per penuria di personale e mezzi, sanità di prossimità ridotta all’osso, con ambulatori e servizi diagnostici fermi, liste d’attesa sempre più lunghe. Tutto questo è evidenziato nei miei report, che porto all’attenzione dei vertici dell’assessorato e dell’azienda sanitaria, sollecitando interventi che a volte non richiedono somme ingenti ma che restano comunque inattuati”.
“Nel settore dell’agricoltura – prosegue – resta incompiuta la riforestazione post Xylella, che avrebbe dovuto rimettere in piedi il settore primario e il paesaggio sfigurato del Salento. Le risorse per i reimpianti e la rigenerazione olivicola e forestale ancora sono bloccate. E, sul fronte dei Consorzi di Bonifica, prendiamo atto dell’ennesimo stanziamento a fondo perduto per tenere in piedi questi enti commissariati, che risucchiano risorse per la loro gestione ordinaria lasciando poco o nulla per le opere necessarie per la manutenzione del territorio agricolo, per la bonifica dei canali ostruiti, per garantire acqua agli agricoltori e ai consorziati. Ma, a fronte di opere e servizi non resi, o resi a macchia di leopardo, continuano a piovere esose richieste di pagamento. Da qui la rabbia dei cittadini, che chiedono di fermare questa ingiustizia”.
“Sul fronte dell’ambiente, – precisa – stiamo combattendo la battaglia contro la colonizzazione delle multinazionali delle rinnovabili, ma siamo soli. La politica regionale si è dimostrata cieca e sorda di fronte al grido di allarme delle comunità locali, e priva di pianificazione certa sul futuro. Ancora attendiamo l’aggiornamento del Pear e la definizione di regole certe per la gestione dello spazio marittimo, con paletti che salvaguardino le aree ancora incontaminate e da preservare, concentrando gli impianti fortemente impattanti, come le torri eoliche galleggianti, nelle zone già destinate allo sfruttamento industriale o ad almeno 50 chilometri dalla costa”.
“Il mio auspicio è che queste criticità siano prese in considerazione dal governo regionale e che si cambi finalmente rotta, perché non ci si debba ritrovare tra un anno di nuovo ad evidenziare gli stessi problemi, le stesse mancate soluzioni”. – Conclude Paolo Pagliaro.