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Benzina, effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori

LECCE – In un Paese come l’Italia dove l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori che già nel 2022 hanno speso in Puglia oltre 500 euro in più a famiglia per la spesa alimentare. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento all’avvio del monitoraggio della Guardia di Finanza contro anomalie e speculazioni sui prezzi alla pompa.

 

Salirà a 1,1 miliardo di euro la stangata a tavola per le famiglie pugliesi – denuncia Coldiretti Puglia – a causa dell’inflazione mai così alta dagli anni 80 e dall’esplosivo aumento dei costi energetici, trainato dall’esplosione dei costi del carburante e dalle bollette del gas, con i rincari della spesa alimentare che costeranno alle famiglie pugliesi oltre 680 euro in più nel 2023.

 

A subire le conseguenze dei rincari – sottolinea la Coldiretti regionale – è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei costi per frutta e verdura.  Un effetto preoccupante – continua la Coldiretti – dopo che l’impennata dell’inflazione ha già pesato sul carrello delle famiglie a causa proprio dei rincari energetici e della dipendenza dall’estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole.

 

Se il caro prezzi pesa sul carrello della spesa dei consumatori più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, secondo analisi Coldiretti su dati Crea.  La produzione agricola e quella alimentare sono infatti particolarmente sensibili all’andamento delle quotazioni poiché assorbono in Puglia oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno dei consumi totali, secondo l’analisi della Coldiretti Puglia sulla base dei dati Enea.

 

A pesare sono anche i ritardi infrastrutturali dell’Italia dove il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro) secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.

 

In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può essere determinante per sostenere la competitività delle imprese sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo, conclude Coldiretti che chiede di aggiungere risorse al bando sulla logistica agroalimentare del PNRR andando a sostenere tutti i progetti presentati che arrivano a circa 1,5 miliardi di euro di investimenti tra risorse private e pubbliche.