Il mangiatore consapevole
Vi è mai capitato di trovarvi ad un aperitivo con amici e mangiare pensando “ma sì, tanto ormai”? Vi è mai capitato di aver voglia di un dolce in un giorno infrasettimanale pensando “devo resistere fino a domenica”? E poi vi è mai capitato di arrivare il fine settimana e mangiare voracemente quei pasticcini che avete desiderato per tutta la settimana? Vi è mai capitato di cercare qualcosa da mangiare per concludere una dura giornata di lavoro e piena di impegni?
Se avete risposto sì alla maggior parte delle domande questo articolo fa al caso vostro. Essere un mangiatore consapevole non è semplice, richiede una serie di abilità che da bambini sono innate, ma crescendo vanno perdendosi. Noi nasciamo mindful, nasciamo consapevoli di quando e quanto mangiare, decidiamo deliberatamente quando fermarci perché riconosciamo quando siamo sazi e iniziamo a mangiare quando siamo realmente affamati. Crescendo perdiamo tutto questo: le situazioni sociali, i condizionamenti familiari e le esperienze personali modulano quello che siamo, ciò che proviamo e come reagiamo.
Il protocollo MB-EAT (Mindfulness Based-Eating Awereness Training) costituisce uno strumento efficace di psicoeducazione e riabilitazione del comportamento alimentare per chi presenta comportamenti disfunzionali, come nel caso di persone con alimentazione selettiva, fame emotiva, sovra-alimentazione o scarsa consapevolezza alimentare e/o per persone che vogliono semplicemente migliorare il loro approccio al cibo.
La Mindful Eating è un training di consapevolezza alimentare basato sulla meditazione che permette di riconoscere gli atteggiamenti disfunzionali adottati nel corso del tempo e riacquisire quelle abilità perdute. Tale pratica insegna a osservare i pensieri come eventi mentali, distinguere tra gli aspetti psicologici dell’esperienza emotiva e gli stimoli della fame e della sazietà, accettare le emozioni e saper reagire ad esse e acquisire nuove modalità funzionali di interazione col cibo.
Il mangiatore consapevole non rinuncia a nessun tipo di cibo, semplicemente mangia, ed eventualmente seleziona, per rispondere alle esigenze del corpo; risponde agli stimoli di fame e sazietà riconoscendo quando lo stomaco brontola, se vuoto, e dilatato, se pieno.
Il mangiatore consapevole porge la massima attenzione all’atto del mangiare, eliminando (almeno all’inizio) o riducendo le distrazioni: mette da parte lo smartphone, spegne la TV, osserva il piatto e nota ogni caratteristica, prima di avventarsi sul pasto ne pregusta l’odore, la forma, i colori e percepisce ogni movimento del braccio che dal piatto porta il boccone alla bocca.
Il mangiatore consapevole rende ogni volta il semplice atto del mangiare come un’esperienza unica, tratta il cibo con cura, lo osserva e lo esplora come se fosse la prima volta ed è costantemente presente durante l’intero processo; ciò permette di soddisfare il gusto anche in pochi bocconi, riconoscendo che non esiste un modo giusto o sbagliato di mangiare, ma diversi gradi di consapevolezza intorno all’esperienza con il cibo.
Tuttavia, ciò richiede pratica, allenamento e costanza e il protocollo di Mindful Eating rappresenta una palestra in cui potersi allenare e rinforzare quelle abilità che già possediamo e che dobbiamo solo tirare fuori.