Al via il progetto “Salento Verde” per la riconversione agricola post Xylella
Obiettivo: introdurre sul territorio le colture di avocado, melograno e mango, molto richieste dal mercato.
La riconversione agricola del Salento, dopo la devastazione causata dalla Xylella, prende il via col progetto “Salento Verde”. L’obiettivo è quello di introdurre sul territorio lo sviluppo di nuove colture più adatte alle esigenze e alle richieste del mercato mondiale dell’ortofrutta, come quella dell’avocado, del melograno e del mango, attraverso un approccio professionale.
Il progetto, promosso dal DAJS (Distretto Agroalimentare di Qualità Jonico Salentino) e approvato dal MIPAAF all’interno del programma di rigenerazione “Innovazione e Benessere” nei territori colpiti da Xylella fastidiosa, ha già raccolto l’adesione di imprenditori agricoli provenienti da tutta Italia. Oltre infatti ad aziende locali con una grande tradizione olivicola che necessitano di diversificare il proprio parco agricolo, hanno manifestato grande interesse ad entrare in questa filiera imprenditori del Nord Italia che credono fortemente nelle finalità produttive del progetto. Tra queste la Orsero Group, leader mondiale nel settore dell’ortofrutta, che metterà a disposizione anche il Centro di distribuzione e condizionamento della sede di Molfetta, gestito dalla controllata Fruttital spa.
Il prodotto principale sul quale punterà la filiera sarà l’avocado che rappresenta la vera novità di questo progetto. La crescita del mercato di questo prodotto, infatti, è stata pressoché costante nell’ultimo decennio e anche quest’anno si evidenzia una insufficiente produzione a soddisfare le esigenze di mercato. Per questo motivo l’idea di coltivare alcune varietà di avocado nel Sud Italia rappresenta un test decisamente importante al fine di programmare una coltivazione su larga scala di questo frutto.
Nella preparazione del progetto e nella scelta dei prodotti da inserire sul mercato si è tenuto conto di specifici studi agronomici: su ogni terreno oggetto dell’investimento i tecnici incaricati dalla filiera hanno svolto indagini per garantire la giusta affidabilità durante tutta la coltivazione. Per caratteristiche climatiche e idrogeologiche il paesaggio agrario salentino rispecchia a pieno la struttura del terreno ideale per la coltivazione della pianta dell’avocado, che predilige territori che godono di un invidiabile clima tutto l’anno e di temperature invernali miti.
Per quanto riguarda le ricadute occupazionali, il progetto permetterà di assumere a regime circa un centinaio di lavoratori che, a differenza degli stagionali impiegati per poche settimane nella raccolta delle olive, saranno invece impegnati nella produzione e distribuzione di queste nuove colture praticamente tutto l’anno. Una buona notizia se si pensa all’elevato numero di operatori agricoli disoccupati provenienti proprio dal settore olivicolo che, attraverso un’adeguata preparazione, potranno essere reinseriti nel settore. A tal scopo, infatti, il progetto si prefigge la costituzione di un Centro di Formazione all’interno del quale verranno formati i lavoratori. Tale centro si svilupperà su più livelli in quanto sia gli agronomi che i tecnologi alimentari e tutte le figure professionali hanno la necessità di apprendere gli opportuni aggiornamenti derivanti dalle nuove colture introdotte sul territorio.
“E’ una grande occasione di formazione e sviluppo del territorio – sostiene il coordinatore del progetto Vincenzo Vadrucci, Presidente della Cooperativa Agromea (attiva nella produzione di melograno in Puglia, Basilicata e Calabria) e alla guida di Sole Italia, l’azienda ortofrutticola salentina che si pone come capogruppo di questa filiera. La forza di queste colture deriva dalla necessità d’impiego dei lavoratori per tutto l’anno, permettendo di formare operatori agricoli di grande professionalità. Da subito partiremo su un terreno nell’agro di Cutrofiano per poi espanderci su altri territori. Siamo convinti – conclude – che il Salento sia pronto a superare la monocultura per aprire le proprie potenzialità al mercato mondiale dell’ortofrutta.”