Fratelli d’Italia Lecce al fianco delle associazioni e delle strutture sportive. Flash mob a Lecce
Fratelli d’Italia è al fianco delle associazioni e delle strutture sportive, fortemente penalizzate da inizio pandemia ad oggi.
“Da sempre vicini alla cultura dello sport – spiega Pierpaolo Signore, presidente provinciale e dirigente nazionale di FdI – chiediamo con forza che vengano riaperti palestre e centri sportivi. Riteniamo fondamentale tornare a riaggregare intorno all’attività sportiva tanta gente e tanti giovani. Gli operatori delle palestre oggi soffrono in maniera particolare: il loro è un comparto economico e come tale va ristorato con delle giuste agevolazioni e con indennizzi adeguati ai costi ed alle spese che stanno sostenendo”
“Che il Governo non abbia ancora assegnato le deleghe allo sporto è di una gravità inaudita -continua Francesco Montinari in rappresentanza di Gioventù Nazionale, il giovanile del partito- Ci auspichiamo che possa quanto priva provvedere alla riapertura delle palestre. Ad essere colpiti non sono soltanto i gestori e gli operatori ma anche tutti i bambini, i giovani e le persone che nello sport trovano una valvola di sfogo. È la cultura a dirci che una mens sana risiede in corpore sano”
“È passato un anno da quando le palestre hanno subìto la prima chiusura ufficiale dell’attività. In italia ci sono più di centomila strutture sportive, che danno lavoro a più di un milione di tecnici in grado di offrire salute a oltre venti milioni di persone- spiega Giampiero Guglielmi, presidente nazionale di ANPALS (Associazione Nazionale Palestre e Lavoratori dello Sport) Attualmente ci troviamo in una situazione paradossale, con le palestre chiuse senza dati scientifici a supporto delle chiusure. Per non parlare dei costi che sono stati sostenuti da grandi e piccole strutture sportive per la messa a norma che non è servita a nulla. Chiediamo fortemente la riapertura delle palestre, poiché normativa, adempimenti ed obblighi sono stati rispettati e considerato che è più facile gestire ingressi e tracciare eventuali contagi in una struttura al chiuso, dove vengono effettuate misurazioni della temperatura, contingentamento degli afflussi e sanificazione degli attrezzi e dei locali. Non vediamo ragioni- conclude- per cui tenerle chiuse ancora dopo dodici mesi!”