Malumori in maggioranza sul caso Zara? Per Salvemini si tratta di “fisiologia del confronto democratico”
LECCE – Ordinaria “fisiologia del confronto democratico” nella maggioranza che sostiene il sindaco di Lecce Carlo Salvemini. Rilevata, peraltro, su un “provvedimento tecnico”. È quanto spiega il primo cittadino nella conferenza stampa di fine anno. L’appuntamento è online, come si conviene in epoca di emergenza sanitaria.
Si parte subito dalla situazione delle casse comunali: l’ente, già in manovra di riequilibrio, appare “fortemente segnato, come tutti i Comuni, dall’emergenza pandemica” che ha ridimensionato le previsioni di entrata cui si è in parte rimediato con i trasferimenti compensativi del Governo.
Si è proceduto, spiega il sindaco Carlo Salvemini, con una “dolorosa cura dimagrante alle spese per prestazioni e servizi salvaguardando alcune voci non negoziabili come quella dei servizi sociali”, nonostante l’attività amministrativa sia andata avanti con l’adozione di provvedimenti e il perseguimento degli obiettivi previsti.
Resta una “situazione di difficoltà” a cui si accompagna “l’impoverimento della pianta organica” che vede 300 dipendenti in meno rispetto alla soglia minima per gli enti in riequilibrio. Un sottodimensionamento che fa apparire come “faticoso” il normale svolgimento delle attività e l’erogazione ordinaria dei servizi.
Capitolo balneari e relativo braccio di ferro. “Sono state firmate cinque proroghe tecniche – fa sapere Salvemini – così come da proposta dell’amministrazione comunale, di durata triennale. Gli altri hanno rinnovato, attraverso il versamento del canone, il proprio diritto alla utilizzazione del lotto in scadenza e hanno presentato ricorso dinanzi al Tar, come era prevedibile che accadesse, per richiedere l’annullamento del diniego del Comune di Lecce della proroga al 2033”.
Fare previsioni su quanto accadrà, sottolinea, “è quanto mai azzardato, solo pochi giorni fa è arrivata la lettera del richiamo al Governo della Commissione europea ed è allo studio dell’esecutivo nazionale un provvedimento che metta nuovamente mano a questo garbuglio giuridico. Adesso dobbiamo attendere. Avevamo proposto la proroga tecnica proprio per evitare il contenzioso giurisdizionale e dare certezza di tempi e investimenti per una durata triennale ai concessionari in scadenza”. Che, però, si sono orientati, in larga parte, in maniera differente da quanto prospettato.
Ampio spazio è stato dedicato, quindi, proprio alle questioni politiche, ovvero ai dissensi espressi all’interno della maggioranza in relazione al caso Zara – con il trasferimento del noto marchio di abbigliamento nell’ex Ariston – e alla monetizzazione degli standard urbanistici. “Sono molto sereno”, ha detto, a tal proposito il sindaco. “Il trasferimento di Zara non è da considerarsi un obiettivo strategico di mandato”. Il provvedimento sortirebbe più effetti, come il recupero di un immobile storico, la garanzia di quei 600 mila euro – in realtà qualcosa di meno – che entrano nelle casse dell’amministrazione – e il rischio scongiurato “di un possibile inutilizzo prolungato di quei locali. “Non ci sono state valutazioni unanimi nemmeno dall’altra parte”, fa notare Salvemini, che parla di “un provvedimento tecnico” e di “fisiologia del confronto democratico”.
Insomma, nessuna crisi. “Non immagino che una esperienza di mandato possa cominciare e finire con il voto unanime di tutta la maggioranza su tutti i provvedimenti. Quello che devo tenere sempre presente è l’osservanza degli obiettivi strategici di mandato, che non vengano messi in discussione, e la salvaguardia dei principi ispiratori”. Tutto in regola, insomma. L’unico rammarico sarebbe relativo alle tempistiche: “Vorrei fossimo più veloci, invece spesso ci troviamo con tempi da treno regionale o anche più lento, ma alla fine gli obiettivi li raggiungiamo”.