Lecce, Gotti: “Voglio una squadra vera”
LECCE Alla vigilia della delicata sfida salvezza di Salerno, ha parlato in conferenza il neo tecnico dei giallorossi Luca Gotti:
Che forma avrà il suo Lecce?
“Voglio una squadra di calcio vera, da serie A, come il Lecce ha dimostrato per gran parte del suo percorso. I miei interventi sono stati diretti ad andare a ricercare le cose che avevo visto, che la squadra ha nelle corde ma che nell’ultimo periodo non riuscivano più”.
Che ruolo avrà Oudin?
“Non è facile dare una risposta sensata in così poco tempo. Ho studiato la storia del ragazzo, ha fatto l’esterno con valore milionario in Francia. Poi si è accentrato. Sarà la quotidianità che mi darà una risposta”.
Dove è intervenuto maggiormente?
“Ci sono aspetti importanti come quelli mentali, motivazionali ed emotivi. Poi ci sono degli aspetti pratici da campo, dove ho iniziato di non stravolgere. Questa squadra ha fatto bene tante cose, ho aggiunto un paio di idee sull’attitudine offensiva, sulla costruzione e sulle letture dei vari momenti della partita”.
Conferma che la squadra è elettrica?
“Confermo, è sempre stata così in questi giorni. Quando c’è un cambio di allenatore si riaccendono tutti, anche quelli che involontariamente si erano “seduti”. Questa è una squadra accesa e questo fattore ha pro e contro. La squadra è tanto viva”.
Senza Banda, giocherà Sansone?
“Ho parlato con parecchi ragazzi, lui è l’ultimo col quale dovevo parlare. Sansone l’ho avuto da piccolo nella nazionale U17, poi da grande a Parma. C’è un pregresso che mi consente degli impliciti. Sono ignorante rispetto a tutto il percorso, non c’ero quindi non so perché abbia giocato poco dal primo minuto, ad esempio”.
Che avversario si aspetta?
“È un aspetto di cui mi sono occupato relativamente, ho pensato solo ed esclusivamente a noi. La squadra conosce quelle che ritengo le caratteristiche fondamentali della Salernitana, ma non siamo andati nel dettaglio perché c’era la necessità di lavorare su noi stessi”.
Come ha trovato Pierotti?
“In Argentina ha fatto spesso l’esterno a destra, a sinistra, poi l’attaccante, poi la mezz’ala. È alla ricerca di una consacrazione definitiva in un campo di calcio. Ho troppi pochi elementi per dare una risposta sensata”.
Una parola per ispirare questo inizio di marcia?
“Voglio essere lontano dagli slogan, però mi ha colpito una foto di Pelé all’ingresso di Acaya. Il primo giorno non l’avevo notata, poi si: uno sportivo non si giudica dal numero di vittorie, ma da come gioca la partita dopo aver perso”. Fonte tuttomercatoweb.com