Poli Bortone, stato di agitazione RSU: “A nuova amministrazione ristabilire un percorso condiviso”
LECCE – Le organizzazioni sindacali del comune di Lecce unitariamente considerano comportamento deplorevole, pregiudizievole della dignità oltre che degli interessi dei lavoratori e delle loro rappresentanze sindacali l’operato dell’amministrazione comunale, irrispettoso dei ruoli da ciascuno assunti, per cui le Rsu del comune di Lecce insieme con le organizzazioni sindacali territoriali il 20 giugno hanno ritenuto di non dover ulteriormente procedere in assenza delle condizioni necessarie per dar corso ad un confronto equo ed equilibrato e quindi hanno proclamato lo stato di agitazione.
Un j’accuse fortissimo e puntualmente documentato delle Rsu del comune di Lecce che unitariamente hanno deciso per lo stato di agitazione. Una situazione che da tempo avevamo percepito e che oggi esplode in tutta la sua verità. Un malessere strisciante che abbiamo colto giorno dopo giorno dai volti stressati ed insoddisfatti dei lavoratori del comune di Lecce. Lavoratori che abbiamo conosciuto ed apprezzato nel tempo perché sempre pronti alla collaborazione attiva e fattiva, ma oggi frustati dalla disattenzione dell’amministrazione comunale nei loro confronti. Un’amministrazione di sinistra che teoricamente dovrebbe tenere al rispetto della dignità del lavoro e che invece con la sua doppia morale aumenta lo stipendio di sindaco ed assessori (come vuole la legge, dicono) e non riconosce i diritti dei lavoratori che stanno operando ormai da anni in una situazione di vera e propria emergenza.
Le accuse sono molte e documentate: dalla irrecuperabilità del contratto di lavoro 2016-2018 al mancato aggiornamento del regolamento delle perfomances; dal diniego del diritto di partecipare alla procedura di progressione orizzontale per il personale dell’ambito territoriale di Lecce, alla mancata costituzione del fondo per le risorse decentrate che impedisce la contrattazione decentrata prevista per l’inizio dell’anno; dal mancato aggiornamento del regolamento generale degli uffici e dei servizi (risalente alla mia amministrazione e all’anno 1999); dall’approvazione irregolare di atti amministrativi svoltisi in modo difforme da quanto descritto; dalla negazione del lavoro a distanza e l’assenza di una specifica disciplina alla tardiva retribuzione dei piani di lavoro; dai buoni pasto erogati con eccessivo ritardo ai trasferimenti ingiustificati e inefficaci di lavoratori senza preavviso di mobilità interna; dalla mancanza di sicurezza nell’espletamento delle funzioni (aggressioni verbali e fisiche) alla mancata sicurezza e salubrità sul posto di lavoro e ai mancati normali confort in varie sedi. Al di là dei singoli rilievi, i sindacati rilevano una costante ritrosia (proprio così la definiscono) dall’amministrazione Salvemini al confronto, al punto che le discussioni sarebbero state arbitrariamente interrotte senza giustificazione alcuna ed assumendo l’amministrazione decisioni unilaterali che non tengono conto delle osservazioni esposte dai sindacati. Un quadro sconfortante della situazione che denota oltretutto una chiara mancanza di visione politica oltre che una palese, quanto continua disattenzione nei riguardi dei diritti dei lavoratori, nonostante le retoriche rivendicazioni fatte dalla sinistra nelle piazze italiane. Eppure per un’amministrazione non è difficile capire che ogni atto, ogni progetto, ogni indirizzo cammina sulle gambe e sulla professionalità della struttura amministrativa. Ho sempre ritenuto convintamente che nessun obiettivo si può raggiungere senza la collaborazione e la concertazione con i lavoratori che debbono essere messi nelle condizioni di vedere nel lavoro non una punizione, ma una gratificazione morale prima ancora che economica. Non sappiamo se e che esiti potrà avere questo promulgato quanto giusto stato di agitazione. Sappiamo che sarà compito della nuova amministrazione che verrà nel 2024 riprendere con i lavoratori il filo di un percorso condiviso di collaborazione e di rispetto del loro prezioso lavoro profuso nei riguardi dell’amministrazione e in primo luogo della collettività.
Adriana Poli Bortone