Sicurezza sul lavoro: studiare gli incidenti mancati per prevenire gli infortuni
Domani, venerdì 10 giugno a Taranto, nel corso del convegno organizzato dallo Spesal ASL Taranto, saranno presentati i primi risultati di CONDIVIDO, progetto di ricerca realizzato in collaborazione con università e altre istituzioni. Uno studio sui “near miss”, ovvero gli infortuni mancati, utile per prevenire incidenti sul lavoro e sensibilizzare sul tema della sicurezza sul lavoro.
Venerdì 10 giugno, presso l’Hotel Salina a Taranto, avrà luogo il convegno “Near Miss: quale indicatore di esposizione a rischio” organizzato da ASL Taranto e dalla Direzione Regionale pugliese INAIL. Sarà presentato il progetto di ricerca di carattere nazionale “CONDIVIDO – sviluppo di un modello intelligente al supporto di eCOsistemi virtuosi per la gestioNe Della conoscenza e della condIVIsione Dei near miss in cOmparti industriali”, realizzato dallo Spesal della ASL Taranto insieme ad ATS Insubria, all’ULSS 7 Pedemontana, all’INAIL, al Politecnico di Milano Dipartimento di Ingegneria Gestionale e all’Università del Salento Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione.
I “near miss” sono gli “infortuni mancati”, ovvero quegli eventi che solo per caso non hanno provocato un infortunio, e il progetto di ricerca parte dalla convinzione, scientificamente provata, che conoscere e sorvegliare attivamente questo tipo di episodi significa individuare le cause degli incidenti e degli infortuni prima che essi avvengano e, quindi, poter agire in maniera molto efficace sulla prevenzione. In questo contesto, il progetto CONDIVIDO si pone l’obiettivo di sviluppare un sistema attivo di sorveglianza dei near miss grazie alla definizione di linee guida e strumenti applicativi standardizzati che permettano alle imprese di raccogliere e analizzare i dati dei quasi-infortuni per un approccio preventivo alla salute e sicurezza. CONDIVIDO ha coinvolto tutti i comparti produttivi, a livello territoriale sono stati coinvolti tutti i settori (industriale, edilizio, agricoltura), grazie alla diffusione di un semplice questionario che ha restituito ai ricercatori dati e osservazioni che permettono di creare dei modelli di analisi e informazioni utili per la gestione del rischio nelle imprese.
“La sicurezza sul lavoro è un tema molto importante per noi – ha affermato Gregorio Colacicco, direttore generale ASL Taranto – e questo approccio alla prevenzione differente, basato sullo studio dei near miss, degli incidenti mancati, è certamente estremamente efficace in termini di prevenzione e sensibilizzazione di tutte le realtà produttive”.
Venerdì a Taranto saranno presentati i primi risultati della ricerca, grazie alla presenza dei ricercatori Armando Guglielmi e Diego De Merich del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale di Inail, Gjl Micheli del Policlinico di Milano e Maria Grazia Gnoni dell’Università del Salento, con l’introduzione di Sante Minerba, direttore sanitario ASL Taranto, e di Michele Conversano, direttore del Dipartimento di Prevenzione della stessa ASL. Nella seconda parte della mattinata, invece, il direttore dello Spesal ASL Taranto Cosimo Scarnera e Lorenzo Cipriani della direzione regionale INAIL introdurranno Marco Pellicci di Inail che racconterà esperienze applicative, mentre il giurista Michele Rossetti rifletterà sulla convenienza dell’applicazione di questo modello di rilevazione dei near miss in relazione all’obbligatorietà delle azioni di prevenzione degli infortuni. La sessione sarà conclusa dal professor Luigi Di Lorenzo dell’Università di Bari. Sarà presente anche il vice presidente nazionale dell’ANMIL Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro Emidio Deandri.
“Sensibilizzare le aziende a utilizzare questa metodologia significa fare attività di prevenzione più utile per abbattere gli infortuni e anche per la sicurezza, per quel che riguarda le malattie professionali – afferma Cosimo Scarnera, direttore dello Spesal Asl Taranto, promotore di questo progetto – L’obiettivo della ricerca è quello di fornire alle aziende e ai lavoratori un modello di riferimento per lo sviluppo di ecosistemi virtuosi e attuare di fatto una attività di monitoraggio dei fattori e dei rischi, oltre che di prevenzione degli infortuni”.